di Roberta Cambi, psicologa, allieva di specializzazione al primo anno IAF.F. Capri 1915 – Terra sospesa nel tempo della natura pura.
L’isola nella pellicola si mostra come terreno fertile per la curiosità della giovane Lucia, lì nata e cresciuta negli abiti di una contadina umile e semplice. La sua vita scorre con una certa monotonia e noia, tra i pascoli delle capre e la cura del padre malato, mentre i fratelli si occupano dei terreni di famiglia.
Un giorno, durante una delle sue passeggiate, Lucia scopre la comune di Seybu, pittore inglese naif fuggito a Capri. La comune si presenta come un luogo tabù dell’isola, composta da intellettuali e compagni del pittore, lì giunti per vivere la massima espressione artistica grazie al contatto con la natura.
In parallelo, Lucia conosce il nuovo medico del paese, che resta affascinato dalla personalità della ragazza; i due stringono un rapporto basato sul rispetto, differente da quello vissuto dalla giovane con gli uomini di casa.
Nell’osservare le danze naturali e libere degli artisti, comincia a crescere in Lucia un desiderio di libertà dal suo contesto d’origine, dove il fratello maggiore, ormai sostituto del padre malato, la vorrebbe dare in sposa ad uno dei signori più facoltosi dell’isola.
Con la morte del padre, la giovane si trasferisce nella comune e da lì inizia il suo percorso di crescita. Fra amori liberi e dedizione alla natura, Lucia cresce, cambia, fa esperienza della sua femminilità grazie a Seybu, che le permette di crearsi un’istruzione e una cultura.
Col tempo, anche la comune si trasforma grazie ad artisti che cercano di cambiare le “regole” date dal pittore, il quale comincia a dubitare del suo iniziale progetto. Anche la stessa Lucia nota il cambiamento e si scaglia contro il pittore, lottando contro questo nuovo movimento in cui l’uomo non cerca più di essere un tutt’uno con la natura, ma la modifica e la sovrasta.
In questo momento di crescita per la protagonista, ha inizio la Prima Guerra Mondiale che chiama alle armi i giovani di Capri, fra cui i fratelli di Lucia. La giovane tenta di ostacolare la loro partenza proponendo loro di fuggire in America, ma questi la ripudiano come sorella per esser diventata parte della comune e, quindi, fonte di vergogna per la famiglia.
Allontanatasi dalla comune, Lucia fa visita alla madre, alla quale confessa la sua colpa di non esser stata una buona figlia, di aver deluso le sue aspettative per il proprio bisogno di essere libera; con stupore, la madre confessa di aver sempre saputo dentro di sé che tutto ciò fosse quello che la figlia da sempre desiderasse.
Così, Lucia lascia Capri e parte per l’America, luogo che simboleggia il mondo e la vita stessa. La giovane – che impersonifica la parte curiosa dell’essere umano, libera nel movimento di conoscer(si) – fa esperienza di sé e del mondo e, sciogliendo i nodi del suo passato, sceglie più consapevolmente una nuova vita da scoprire.