I NUOVI VOLTI DELLA POESIA
Le generazioni attuali di poeti esprimono i nuovi volti della poesia, che può servire anche per rielaborare il passato e Inventare il futuro:
“sbagliare pizza, sbagliare metafora:
un allenamento per l’immaginazione
per imparare, un errore dopo l’altro
una storia, una poesia dopo l’altra
a inventare strade sempre diverse per avere cura
del futuro”[1].
La poesia può essere impiegata come strumento di terapia, per contattare e sublimare eventi accaduti ed errori o risolvere malesseri profondi:
“e da qui grido che anche se esco
da questo locale / dal male
comunque sarei ostaggio del freddo
delle rovine/deserte/polari
e fra il morire sicuro di gelo
e ballare con l’aria da morto
non c’è differenza
quindi meglio far festa”[2].
Il messaggio è tutto relazionale: dall’individuo si coinvolge la comunità.
L’obiettivo primario è di condividere e garantire un contagio, in un periodo di pandemia, solo artistico[3]: una contaminazione necessaria per il nutrimento dell’animo.
Gli elementi della natura e del cibo, i valori dell’amicizia e delle tradizioni familiari
sono alcune tra le tematiche espresse in un’ottica di rinnovamento e in vista delle problematiche del presente:
“Son la terracotta opaca del Sole e dell’oro,
quando si mostran cadere funzionano come la gravità;
dirigono l’ago della bussola,
coi sandali ai piedi”[4].
Le generazioni del passato vengono risanate, mantenendo le memorie o modificando le abitudini per raggiungere un nuovo equilibrio e il benessere:
“è difficile imparare a dare
ciò che non ci è stato dato
ma ogni volta che succede
un filo rosso lì è tagliato
una ferita
che respira e sanguina Tra noi
non continua a ferire impaurita
impazzita
rimargina piano, e poi
… è guarita”[5].
Le riflessioni esistenziali riguardano un mutamento collettivo, che parte dalla propria realtà territoriale e costituisce i Nuovi Archetipi:
“dopo un lungo curriculum fatto di sbagli
di amori dadaisti e vodke in bocca al mattino
mi porterà a squittire in un modo solo mio
irsuto roditore che plana nell’alba
felice, chiamando i suoi versi poesia,
di essere al momento giusto la bestia sbagliata”[6].
La poesia è prodotta per essere recitata, declamata e musicata, attraverso un legame stretto con le altre discipline artistiche.
Utilizzando le parole si può fare una rivoluzione:
“E ripenso a quand’eravamo entrambi dallo stesso lato della barricata
io che accendevo la miccia della bottiglia incendiaria
tu che la reggevi e la scagliavi contro quella vetrata
per poi fonderci insieme nel lungo bacio della rivoluzione
mentre dietro il deposito saltava in aria”[7]
e offrire un contributo contro la guerra, che diventa canzone e si libera in aria, raggiungendo il cuore di tutti:
“pensando che un giorno la guerra sia soltanto un gioco,
nero, cupo, pieno di cenere da ripulire
come un affabile, gentile e spensierato Divino Spazzacamino.
Cam caminin cam caminin Spazzacamin
allegro e felice pensieri non ha
Can Caminin CanCamini Spazzacamin”[8].
[1] Di Mario M., Inventare il futuro.
[2] Cunial N., In Discotesta.
[3] Poesia Virale di Ramundo E., e Sacco B.
[4] Dell’Omo M., Cartolina di giornata
[5] Bernardini L., Tra.
[6] Di Mario M., La Besta Sbagliata.
[7] Bonafoni G., Barbera Flambé.
[8] Sacco B., Lo Spazzacamino.