Nel testo “I giochi psicotici della famiglia” il Gruppo di ricerca di Milano espone un modello dei
processi interattivi familiari che conducono un figlio a sviluppare una psicosi.
A partire dalle riflessioni scaturite dai molteplici limiti dei metodi paradossali usati fino a quel
momento, gli autori hanno condotto una ricerca basata sull’uso di una nuova tecnica, la
“prescrizione invariabile”: consisteva in un metodo standard che aveva lo scopo di “svelare” il
gioco familiare all’interno del quale si era innestato il sintomo psicotico. A differenza dei metodi
paradossali, si va a strutturare una ricerca specifica e metodica che permette di sviluppare
riflessioni, confronti, di individuare costanti e specificità, con il fine di creare un modello che
potesse formulare ipotesi sistemiche su un tema complesso come quello delle psicosi.
La prescrizione invariabile ha permesso di evidenziare che all’interno di famiglie psicotiche vi sono
due caratteristiche fondamentali: la prima è una condizione di stallo nella coppia coniugale, che si
manifesta in una relazione rigida basata sulla provocazione dissimulata in un partner e una rabbia
dissimulata nell’altro; la seconda è un forte invischiamento del figlio all’interno di questa dinamica
tale da prendere le parti dell’uno o dell’altro genitore fino a fare esperienza di fenomeni quali
“l’istigazione” e “l’inganno”. Naturalmente, ciò che rende tali dinamiche così pericolose e potenti è
il loro carattere non verbale, passando infatti a livello analogico. Il sintomo psicotico viene così
inquadrato come espressione del gioco della famiglia, sia nella sua esplosione, che nel suo
mantenimento a cui tutti i membri partecipano.
Il processo terapeutico si sviluppa su questo presupposto; dopo una fase iniziale atta a sviluppare
l’ipotesi diagnostica, che veniva poi condivisa alla famiglia, si lavorava esclusivamente con la
coppia coniugale attraverso una serie di prescrizioni – inizialmente rigidamente e universalmente
date e mano a mano rese più specifiche in base alla singola famiglia – che avevano il fine di
verificare il progressivo cambiamento del gioco.
Considerato il contesto e il momento in cui questo testo è nato, si tratta di un passaggio importante
per lo studio delle famiglie psicotiche, in quanto ha approfondito la lettura familiare dell’esordio di
tali sintomi. L’aspetto innovativo riguarda la valorizzazione dell’individuo nella relazione – fino ad
allora perso all’interno del sistema – e la dimensione “storica” del sintomo integrata al “qui ed ora”
delle interazioni, andando così a proporre una lettura più complessa di quella dei metodi
paradossali. Allo stesso tempo, come tutti i modelli, gli autori stessi ne evidenziano limiti e criticità,
ma vengono posti come punti di partenza per nuove ipotesi.